Unicredit/Profumo: frode fiscale. Sequestrati € 245 ml.
Inviato: 19 ott 2011, 17:04
Ovvero sul come la Magistratura si stia sparando sui piedi da sola!
Il fatto in questione è finito sulle prime pagine di tutti i giornali che grossomodo hanno scritto:
FATTO 1
Non è un segreto che Barclays in quegli anni bussasse alla porte di tutti gli Istituti di Credito europei proponendosi come "ottimizzatore fiscale".
In pratica i fiscalisti finanziari di Barclays si erano inventati un meccanismo attraverso il quale loro si facevano prestare dei soldi da altre banche per fare delle operazioni tassate poco/niente e restituire quindi i soldi con interessi quasi netti. Era una proposta interessante:
FATTO 2
Ad un certo punto l'Agenzia delle Entrate decide di metterci naso e fa un giro negli archivi delle varie banche per capire meglio il giro del fumo.
Dopo aver consultato le carte, l'AdE decide che ci siano gli estremi di "elusione fiscale" e presumibilmente manda una bella cartella esattoriale alle varie banche.
UniCredito, spalleggiato dai propri fiscalisti e legali non ci sta e quindi si apre un procedimento amministrativo. (*)
FATTO 3
Non si è mai sentito un provvedimento di "sequestro preventivo" di fondi nei confronti di una banca per possibili reati di evasione fiscale. Il motivo è ovvio: UniCredito non è Lavitola , non c'è il rischio che la banca prenda i soldi e scappi ai Caraibi. Non si capisce a chi/a cosa serva tale sequestro.
FATTO 4
Altre banche in queli anni hanno accettato la proposta di Barclays (BPM per dirne una) e l'AdE ha aperto analoga procedura amministrativa anche con loro. Com'è che la Procura di Milano ha aperto un procedimento solo contro UniCredito?
Ora, io non stimo particolarmente le banche come istituzioni.
Le considero delle entità grette ed inefficienti, protette da una legislazione favorevole e da un mercato poco concorrenziale.
Se ne sbattono dei clienti ed anzi, anteporranno sempre i propri interessi a quelli dei propri clienti, indifferenti ai danni che questi ultimi potrebbero subire.
Detto questo però, ritengo che il comportamento della Procura di Milano in questo caso sia assai discutibile.
Il fatto poi che Alessandro Profumo si fosse recentemente affacciato al mondo della politica ed ora sia finito nel registro degli indagati e la sua foto sparata su tutte le prime pagine con a fianco le diciture "evasione", "reato", "accusa", "frode", ecc... fa nascere in me ideeberlusconiane reazionarie circa i rapporti Magistratura-Polica.
(*) Nell'attività di riconoscimento degli imponibili e' consueto per le imprese di grandi dimensioni avere elementi di dialettica con l'amministrazione fiscale, per ammontari che sono, in genere, frazioni dell'imponibile complessivo, come anche in questo caso. In alcuni casi l'impresa ha ragione e vince, in altri si transa, in altri l'impresa ha torto e salda il dovuto.
Il fatto in questione è finito sulle prime pagine di tutti i giornali che grossomodo hanno scritto:
- La Procura di Milano accusa il Gruppo UniCredit di "dichiarazione fiscale fraudolenta".
- La vicenda risale al 2007, 2008 e 2009. In quegli anni Barclays e UniCredit costruiscono operazioni finanziarie complesse, nome in codice "Brontos".
- La Procura di Milano ha disposto il sequestro preventivo di una somma pari a 245 milioni di euro.
- La Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati Alessandro Profumo (ex amministratore delegato di UniCredit) e buona parte dei top manager del gruppo.
FATTO 1
Non è un segreto che Barclays in quegli anni bussasse alla porte di tutti gli Istituti di Credito europei proponendosi come "ottimizzatore fiscale".
In pratica i fiscalisti finanziari di Barclays si erano inventati un meccanismo attraverso il quale loro si facevano prestare dei soldi da altre banche per fare delle operazioni tassate poco/niente e restituire quindi i soldi con interessi quasi netti. Era una proposta interessante:
- Barclays aveva bisogno di liquidità e tali prestiti erano vincolati per un certo numero di mesi;
- le banche investivano le proprie liquidità con notevoli vantaggi dal punto di vista fiscale.
FATTO 2
Ad un certo punto l'Agenzia delle Entrate decide di metterci naso e fa un giro negli archivi delle varie banche per capire meglio il giro del fumo.
Dopo aver consultato le carte, l'AdE decide che ci siano gli estremi di "elusione fiscale" e presumibilmente manda una bella cartella esattoriale alle varie banche.
UniCredito, spalleggiato dai propri fiscalisti e legali non ci sta e quindi si apre un procedimento amministrativo. (*)
FATTO 3
Non si è mai sentito un provvedimento di "sequestro preventivo" di fondi nei confronti di una banca per possibili reati di evasione fiscale. Il motivo è ovvio: UniCredito non è Lavitola , non c'è il rischio che la banca prenda i soldi e scappi ai Caraibi. Non si capisce a chi/a cosa serva tale sequestro.
FATTO 4
Altre banche in queli anni hanno accettato la proposta di Barclays (BPM per dirne una) e l'AdE ha aperto analoga procedura amministrativa anche con loro. Com'è che la Procura di Milano ha aperto un procedimento solo contro UniCredito?
Ora, io non stimo particolarmente le banche come istituzioni.
Le considero delle entità grette ed inefficienti, protette da una legislazione favorevole e da un mercato poco concorrenziale.
Se ne sbattono dei clienti ed anzi, anteporranno sempre i propri interessi a quelli dei propri clienti, indifferenti ai danni che questi ultimi potrebbero subire.
Detto questo però, ritengo che il comportamento della Procura di Milano in questo caso sia assai discutibile.
Il fatto poi che Alessandro Profumo si fosse recentemente affacciato al mondo della politica ed ora sia finito nel registro degli indagati e la sua foto sparata su tutte le prime pagine con a fianco le diciture "evasione", "reato", "accusa", "frode", ecc... fa nascere in me idee
(*) Nell'attività di riconoscimento degli imponibili e' consueto per le imprese di grandi dimensioni avere elementi di dialettica con l'amministrazione fiscale, per ammontari che sono, in genere, frazioni dell'imponibile complessivo, come anche in questo caso. In alcuni casi l'impresa ha ragione e vince, in altri si transa, in altri l'impresa ha torto e salda il dovuto.