Sul web parlano tutti del prototipo del nuovo modello di iPhone, in uscita prossimamente e che sarebbe stato smarrito in un bar californiano da un poco attento ingegnere Apple. Ne stiamo per spettegolare anche noi…ma forse in modo un po diverso dagli altri.
Noi non parleremo del cellulare in se, non ci domanderemo se il nome commerciale sarà “iPhone 4G” o piuttosto “iPhone HD” o altro ancora, perchè francamente non ce ne frega niente. IPhone è un oggetto che rappresenta più uno status symbol che lo stato dell’arte di un comparto tecnologico specifico, non è un prodotto che rappresenti l’eccellenza in alcun campo, è solo uno dei tanti ottimi smartphone disponibili sul mercato, con alcuni punti di forza che lo rendono interessante, ma anche con, almeno secondo noi, alcuni gravi difetti che lo rendono poco appetibile, primo tra tutti il prezzo. Ma comunque, non siamo qui a parlare di questo, non oggi. Non io che vi scrivo.
Oggi voglio parlare, non senza un pizzico di malizia, di quanto sia (in)verosimile la teoria secondo cui un dipendente di Apple avrebbe sbadatamente dimenticato un oggetto così delicato e top secret in un bar:
Non so quanti di voi sappiano veramente chi è e quanto sia furbo il volpone Steve Jobs, ma sono sicuro che sono ancora meno quelli che sanno quanto siano maniacalmente attenti alla segretezza dei loro nuovi progetti in casa Apple. Parliamoci chiaro, ciò che rende vincente la strategia di mercato di Cupertino sono design e marketing, perchè per quanto se ne possa filosofeggiare, da quando Apple ha abbandonato la piattaforma PowerPC per passare ad una molto più comune architettura Intel X86, dal punto di vista tecnologico il cuore dei “Mac” non è certo così originale nè così speciale, rispetto ad un comune PC.
Per questo motivo, Steve Jobs e i suoi hanno sempre puntato alla creazione, attorno ai propri nuovi prodotti, di un clima di enorme e spasmodica curiosità mediatica, che come fosse un elastico, si tende sempre di più per poi scattare fulminea. Lo scatto è quasi sempre corrispondente alla corsa verso il negozio Apple più vicino per accaparrarsi l’ultima novità a prezzi stratosferici e chi se ne frega se poi si tratta di un prodotto mediocre (chi sta pensando che mi sto riferendo ad iPad non sbaglia di molto…).
Per tornare al punto centrale del discorso, un elemento chiave di questa strategia è la riservatezza. Per questo motivo, ogni singolo prototipo di dispositivo o di accessorio “designed by Apple” è protetto da una cortina di fumo così densa e da mezzi di controllo degni di un film di spionaggio che non è francamente verosimile pensare che un ingegnere qualunque possa aver messo in tasca uno dei prototipi di test e se lo sia portato appresso uscendo dall’azienda come fosse il proprio cellulare personale e lo abbia trattato con tanta superficialità da dimenticarselo addirittura in un bar. Non è solo una questione di monitoraggio da parte della security aziendale, che comunque risulta maniacale, stando almeno alle poche notizie che circolano in rete, ma sopratutto è una questione psicologica: la pressione che i vertici della casa della mela esercitano sui propri dipendenti affinché non divulghino mai e per nessun motivo informazioni sui prodotti in sviluppo è incalzante e dire che le “ritorsioni” per chi viola le clausole di risevatezza che sono espresse nel contratto di lavoro in Apple siano severe è senza dubbio un eufemismo come lo sarebbe dire (permettetemi il paragone volutamente eccessivo) che Hitler fosse un buon uomo.
Insomma, alla luce di queste riflessioni, è davvero plausibile quanto Apple dichiara in questi giorni? Secondo me, no! Più verosimile è ipotizzare una precisa strategia di marketing. Del resto un altro dato mi fa riflettere: Secondo le informazioni che si leggono qua e là in rete, Apple (che rivuole ovviamente indietro il prototipo) avrebbe disattivato da remoto il dispositivo nonappena scoperto che era andato perso. La domanda che dobbiamo porci a questo punto è a metà tra il tecnico e il fantascientifico: come avrebbero fatto? E’ davvero possibile che chi ha messo le mani sul dispositivo, ben sapendo cosa avesse in mano, lo abbia collegato ad iTunes o ci abbia messo dentro la propria sim? Francamente suona poco verosimile anche questo, come ancor meno verosimile sarebbe ipotizzare che Apple abbia una qualche ulteriore possibilità di controllare a distanza i propri terminali. Scenario da film anche questo, che semmai diventasse reale o per lo meno verosimile avrebbe dei risvolti piuttosto inquietanti e farebbe dubitare molto del fatto che la privacy di noi utenti finali sia garantita quando usiamo certi dispositivi…certo è che l’obbiettivo è stato centrato: da giorni non si fa altro che parlare del nuovo iPhone. Ancora una volta Jobs e soci ci hanno visto lungo! Cosa faranno per stupirci ancora, la prossima volta?
http://www.mondowin.com/blog/2010/04/21 ... in-un-bar/